Di grande interesse, e da parte di Inventori di strade un degno modo di celebrare nell’imminenza del suo 30° anniversario la Familiaris consortio di Giovanni Paolo II, l’incontro di sabato 5 novembre con Przemysław Kwiatkowski.
Questo giovane sacerdote polacco, docente al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia in Roma e profondo ed appassionato conoscitore della persona di Karol Wojtyła, ha centrato il suo intervento, con ricchezza di particolari poco conosciuti e in gran numero inediti, sull’ambiente formatosi e cresciuto attorno a lui ed alcune altre splendide figure di laici e sacerdoti nella Cracovia del trentennio 1950-‘70, in pieno regime comunista.
“Crescono improvvisamente dall’amore…” – questo il titolo, e prosegue: “… e poi di colpo adulti/ tenendosi per mano vagano nella grande folla/ (cuori catturati come uccelli, profili sbiaditi nel crepuscolo)/ So che nei loro cuori pulsa l’intera umanità”: passo tratto da una composizione poetica dello stesso Wojtyła del 1958, poco prima della nomina a vescovo ausiliare. Due giovani che si tengono per mano, tenersi per mano ed andar in mezzo alla gente per mostrare agli altri la propria gioia, fare l’esperienza spirituale di non essere soli ma di poter condividere con qualcuno.
Scrive Giovanni Paolo II in Varcare le soglie della speranza: “I giovani […] sanno di dover vivere per gli altri e con gli altri, sanno che la loro vita ha senso in quanto diventa un dono gratuito per il prossimo. Da qui hanno origine tutte le vocazioni”. Egli stesso è passato per questa esperienza interiore, mistica, che l’ha condotto ai giovani, alle coppie, perché tutto “ha origine” lì, in quel dono gratuito.
A partire da queste premesse, il nostro Relatore ha sviluppato un percorso su sei punti:
- Camminare insieme: nel 1951 don Karol lascia l’incarico di vicario parrocchiale per l’attività accademica, addentrandosi in un’esperienza culturale ed intellettuale mai disgiunta dall’intima spiritualità. Egli ha uno speciale carisma nel saper trasmettere tutto questo ai suoi studenti: camminare e gettare ponti, o meglio scoprire che i ponti già ci sono, perché l’uomo stesso è ponte attraverso il quale passa l’esperienza di Dio. In una lettera dell’8 gennaio 1997, Giovanni Paolo II scrive ai suoi amici: “[…] La società sapeva di essere minacciata sul terreno più sensibile, sul terreno delle proprie convinzioni, sul terreno della libertà della coscienza e quindi manifestava questo sentimento. Si potrebbe dire che la giovane generazione stava nella prima fila di questa lotta per l’anima della Nazione polacca […] È una storia dei cammini su cui ci incontravamo. Queste strade individuali si collegarono e proprio così nasceva l’ambiente”. Ambiente – Ś́rodowisko – a carattere familiare, relazionale, comunionale, cosa che fa la diversità rispetto alla proposta di vita del regime. E lo stesso don Karol ne sente il bisogno, semplicemente perché è un pastore e cerca perciò di stare in mezzo alla gente. Wujek – “lo zio”, così lo chiamano per eludere la sorveglianza della polizia – indirizza i suoi giovani all’impegno nella vita parrocchiale, facendo centro nella Collegiata di Sant’Anna dove è parroco il suo amico Jan Pietraszko, un altro uomo di Dio. Dai distinti cammini che si incontrano – osserva Kwiatkowski – nasce l’ambiente, in cui non è escluso lo scontrarsi, mentre la cosa peggiore che possa capitare è di oltrepassarsi ignorandosi.
- Un cammino semplice, fatto di escursioni, teatro, cinema, feste con canti e balli, vacanze. Nella stessa lettera del ’97, il Papa ormai avanti negli anni ringrazia i suoi amici per tutte le opportunità che gli hanno offerto: “[…] Senza di voi non avrei mai visitato e quindi non avrei mai amato ancora di più tantissimi luoghi che appartengono alla ricchezza della mia Patria; non avrei mai assimilato tutta questa ricchezza in maniera molto semplice e al contempo molto autentica. Per questo fu necessaria la vostra giovinezza, le vostre capacità che permisero a me – uno che non fu molto più grande di alcuni di voi – di sentirmi di nuovo giovane”, dove risuonano le parole pronunciate alla GMG del 2000 a Tor Vergata: “Se vivi con i giovani, dovrai diventare anche tu giovane”.
- Un cammino pasquale: alla base Ś́rodowisko ha sempre una comunione di preghiera, che culmina nell’Eucaristia, celebrata ovunque sia possibile. È l’esperienza di comunità che consente di comprendere a fondo l’Eucaristia in cui trova risposta il desiderio di Cristo di stare con i propri amici, ed è per questo che se l’Eucaristia si lascia finire lì, nel momento della celebrazione – è un altro inciso del Relatore – “è il più grande sacrilegio”. Ancora parole del giovane vescovo Karol in un corso di esercizi: “La preghiera è un bisogno del nostro essere e una ragione della nostra esistenza. L’uomo deve diventare figlio di Dio. Dio porta la grazia, invece da parte nostra ci vuole, oltre alla preghiera, un atto morale perché la grazia si possa consolidare in noi. La preghiera richiede lo spazio interiore per Dio”.
- Un cammino anche a distanza: nell’archivio diocesano di Cracovia Kwiatkowski ha rinvenuto circa tremila lettere indirizzate all’Arcivescovo Karol Wojtyła, per il quale ormai i momenti di cammino fisicamente insieme ai suoi giovani si sono fatti rari. Sul retro dei fogli si possono leggere brevi appunti autografi, una bozza per la lettera di risposta, immancabile se pur breve e attenta alle vicende umane oltre che spirituali degli amici, in cui la firma – anche da Papa – è sempre “Wujek”. Tra le tante, una di particolare significato: “La gente ama pensare più o meno questo: Wujek vorrebbe far maritare tutti quanti. Penso, però, che questa sia un’immagine falsa. Il problema più importante è davvero qualcos’altro. Vedi – l’uomo vive soprattutto per l’amore. La capacità di amare costituisce la parte più profonda di una personalità – non senza ragione è questo il comandamento più grande – non una grande capacità intellettuale, bensì proprio la capacità dell’amore autentico, che consiste in un certo uscire di sé, in un certo approvare l’altro e gli altri, nel dedicarsi alla realtà dell’uomo, degli uomini e, prima di tutto, a Dio. Il matrimonio ha senso se dà l’opportunità di un amore del genere, se evoca la capacità e, in un certo senso, la necessità di amare così, se tira fuori dal guscio dell’individualismo (di vario genere) e dell’egocentrismo […]”.
- Progredire nell’amore: lo scambio tra il Pastore e i suoi amici si fa sempre più profondo e ricco di frutti. Il libro Amore e responsabilità, dal vescovo Wojtyła dato alle stampe nel 1960, nasce dalle sue lunghe conversazioni con una delle coppie di sposi che più gli sono vicine, Jerzy e Danuta Ciesielski (come per Jan Pietraszko, anche per Jerzy Ciesielski, leader dell’ambiente tragicamente scomparso nel 1970, è in corso la causa di beatificazione): “Caro Jurek e Cara Danusia, mi permetto di ricordare quella conversazione sul treno per Ptaszkowa, il cui coronamento è proprio questo libro. E voi stessi sapete meglio che cosa in più esso coroni e a che cosa introduca. Wujek”. Di ciò che il futuro Giovanni Paolo II ha maturato nello scambio con i laici è oggi possibile rinvenire tracce evidenti nei documenti del magistero suo pontificio e della Chiesa intera. A dimostrazione di questo insospettato e consolatorio “contributo” dei laici, Kwiatkowski sottolinea la stretta parentela di alcuni appunti di Jurek e di Wujek con passaggi della Familiaris Consortio e persino della costituzione conciliare Gaudium et spes, al cui schema il vescovo Wojtyła, in modo particolare per la parte riguardante il Matrimonio e la Famiglia, diede a suo tempo un sostanziale apporto.
- Camminare nel tempo: “Per voi Wujek sarà sempre Wujek” – ha promesso ai suoi in un incontro già vescovo, nel 1959. E così scrive Giovanni Paolo II, appena pochi giorni la sua elezione: “Wujek rimane. E resta anche Środowisko di Wujek. Tocca a tutti noi pensare come fare perché i contatti, facili da mantenere a Cracovia, non si spengano sulla linea Cracovia – Roma” (telegramma del 20 ottobre 1978) e “Giacché scrivete che ho cambiato il kayak per la Barca, vedete che ora ho bisogno di più rematori, di più forza spirituale, che spero di ricevere da voi anche tramite le vostre preghiere. Conto su questo… Wujek” (lettera del 27 ottobre 1978).
Crescono improvvisamente dall’amore,
e poi di colpo adulti
tenendosi per mano vagano nella grande folla –
(cuori catturati come uccelli, profili sbiaditi nel crepuscolo).
So che nei loro cuori pulsa l’intera umanità.
K. Wojtyła, Profili di Cireneo, II
(le foto sono pubblicate per gentile concessione del Relatore)
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